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Memorie di una interprete di guerra by Elena Rzveskaja

By Elena Rzveskaja

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I Segreti dell'Arca Perduta

Los angeles sacra Arca dellAlleanza e tutti gli interrogativi che solleva - che cosè, perché è stata costruita, dove si trova - è il tema della controversa tesi dellautore, un autorevole storico, che ne ricostruisce il mitico percorso - dal Sinai a Gerusalemme e oltre - e soprattutto esamina il materiale con il quale sarebbe stata costruita, un metallo dalle proprietà quasi magiche, los angeles cui polvere permetterebbe di proiettare l. a. materia nello spazio-tempo.

Interpreting Primo Levi: Interdisciplinary Perspectives

The legacy of antifascist partisan, Auschwitz survivor, and writer Primo Levi maintains to force interesting interdisciplinary scholarship. The contributions to this intellectually wealthy, tightly geared up quantity - from a few of the world's superior Levi students - exhibit a striking breadth throughout fields as diverse as ethics, reminiscence, and media stories.

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Ormai qualunque cosa, qualunque opera, avrà un’unica misura: la fine della guerra. Per esempio, stai stirando i pantaloni: – Ecco, ora li porti fino alla fine della guerra. Una nuova concezione del tempo. Non presente, non futuro, ma proteso in un futuro presente, anzi in un futuro evocato, la fine della guerra. Ed evocato flebilmente. Siamo ancora scossi, stupefatti, tutti presi dalla novità. Allora eccola, è questa la guerra di cui abbiamo tanto parlato. Ma siamo ancora interi, vivi, non l’abbiamo ancora provata di persona.

Mosca. Già le macchine con bandierine straniere erano sfrecciate per le nostre strade, a portare fuori dalle nostre sventure le famiglie delle ambasciate. Sono tra la folla muta accanto a un altoparlante, alla porta Nikitskaja. La voce annuncia: situazione pericolosa. Di fronte, il manifesto di un film: Quando si svegliano i morti. Ancora un ricordo del primo giorno di guerra: le tende. Distribuite a tutti. In carta spessa e resistente, mai vista in precedenza. Le fissiamo, le sistemiamo, le mettiamo alle finestre per non far passare la luce.

Con tutti loro, con ogni cosa io provavo allora una tale profonda e dolorosa comunione che a quel tempo mi sarebbe stato impossibile, strano e sgradevole esprimere a parole. Un incrocio. Una ragazza delle parti di El’nja, spersa in un pellicciotto troppo grande per lei, il fucile in spalla. Agita la bandierina – nell’altra mano regge una lampada a cherosene – e ferma i veicoli, controlla meticolosamente i documenti, il carico. Fa salire un ferito diretto all’infermeria. C’è chi scherza con lei, chi la copre di improperi, e si va oltre.

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