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La questione dell’evento nella filosofia contemporanea by Michele Di Martino

By Michele Di Martino

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I Segreti dell'Arca Perduta

Los angeles sacra Arca dellAlleanza e tutti gli interrogativi che solleva - che cosè, perché è stata costruita, dove si trova - è il tema della controversa tesi dellautore, un autorevole storico, che ne ricostruisce il mitico percorso - dal Sinai a Gerusalemme e oltre - e soprattutto esamina il materiale con il quale sarebbe stata costruita, un metallo dalle proprietà quasi magiche, l. a. cui polvere permetterebbe di proiettare los angeles materia nello spazio-tempo.

Interpreting Primo Levi: Interdisciplinary Perspectives

The legacy of antifascist partisan, Auschwitz survivor, and writer Primo Levi keeps to force fascinating interdisciplinary scholarship. The contributions to this intellectually wealthy, tightly geared up quantity - from a few of the world's most efficient Levi students - convey a extraordinary breadth throughout fields as diversified as ethics, reminiscence, and media reviews.

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Introduzione  essere quelli della tragedia, sono quelli della filosofia, ma si può leggere l’irruzione dell’evento nella scena filosofica da Nietzsche ad oggi come il ritorno, nella filosofia, di ciò da cui la filosofia per imporsi aveva preso le distanze, come il riemergere dell’altra origine dell’Occidente. L’evento, il punto di resistenza al linguaggio del concetto, indifferente al principio di non contraddizione, l’indefinibile per definizione, il fiume carsico della storia della filosofia ritorna oggi ad interrogarci, non tanto per farci ripiegare su noi stessi, ma per consentirci di guardare in avanti con una rinnovata e più profonda coscienza della nostra origine.

Con l’avvento della filosofia, questo mondo viene allontanato come tale e quindi ricompreso in termini razionali, tanto da Aristotele quanto dagli stoici. L’unità di discorso umano e discorso divino si rompe e, se in Aristotele troviamo l’assolutizzazione del discorso umano, negli stoici troviamo l’assolutizzazione del discorso divino, ormai svuotato della sua dimensione religiosa e ridotto a discorso sulla pura motilità di un destino necessario, di cui l’uomo è in balìa e che . Cfr. Aristotele, Poetica,  a .

Per la prima volta le cose escono dalla sfera magica dell’evento, s’elevano dalla dispersione e dall’instabilità degli accidenti all’unità immobile dell’essere [. . ]. È il mondo delle forme che sorge, e con esse appare per la prima volta lo spazio, separato dal tempo, nel cui flusso l’evento lo trascina e col quale l’esperienza esistenziale e la mentalità primitiva lo confondono, lo spazio come limite della forma che lo crea, e fuori della quale esso è nulla, quello che noi conosciamo dell’arte greca e che sarà definito da Aristotele, lo spazio “in cui il mondo”, come egli dice, “è quanto alle sue parti e non è quanto al tutto” [.

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